Mettersi in ascolto dei bisogni di chi ci sta vicino aiuta tutti, non solo chi balbetta

La logopedia è una delle discipline che tratta il disturbo di balbuzie. Quest’approccio parte dal presupposto che la balbuzie sia un problema di linguaggio, e che, quindi, ci sia qualcosa di meccanicamente alterato in chi manifesta questo tipo di disfluenza.

Segnaliamo un’interessante intervista uscita sul giornalino Popotus, allegato al quotidiano Avvenire del 14 ottobre 2021. L’articolo è stato scritto in occasione della conferenza internazionale sulla balbuzie svolta a Roma il mese scorso e risulta di facile e utile lettura per parlare anche ai più piccoli di questa condizione così diffusa ma anche così difficile da spiegare.

Qualche informazione per saperne di più

Accade frequentemente che, durante il periodo iniziale di apprendimento del linguaggio verbale, il bambino mostri incertezze, esitazioni, improvvisi arresti nel suo modo di pronunciare le parole. Le incertezze, le esitazioni e gli improvvisi arresti nel parlare possono essere assolutamente normali, indicativamente, fino all’età di 30-36 mesi.

Tra i 2 e i 6 anni di età (età media di 33 mesi) il 2,6-3% dei bambini, maschi o femmine, può comunque cominciare a mostrare segni di disfluenza.

Cosa si intende per disfluenza?

  • Ripetizione di suoni e sillabe (ma-ma-ma-mamma)
  • prolungamenti di suoni sia consonantici che vocalici (m_____amma)
  • Interruzioni di parole (ossia pause all’interno di una parola)
  • Cambi bruschi o irregolari nel ritmo e nella velocità del discorso
  • Circonlocuzioni (giri di parole per evitare parole temute)
  • Parole emesse con eccessiva tensione fisica (visibile e/o udibile)
  • Ripetizione di parole monosillabiche (io-io-io-io)

Nella grande maggioranza dei casi (80-85%) e, prevalentemente nelle bambine, il disturbo regredisce spontaneamente entro uno-due anni dall’esordio.

Dott. Salvatore Manzella – Logopedista