Le funzioni esecutive sono capacità del cervello umano che intercorrono nel comportamento, specialmente se esula dalla routine. Pertanto si possono considerare come una sorta di guida delle diverse funzioni del cervello e abilità cognitive in vista di un comportamento.

Più semplicemente quindi sono quell’insieme di processi che di fronte ad una situazione definiscono e determinano gli schemi cognitivi e l’azione da intraprendere, regolandola nei minimi dettagli, anche di fronte a cambiamenti in corso d’opera.

Le funzioni esecutive, quindi, regolano e strutturano l’agire, ponendosi alla base di ciò che viene definito problem solving. Tra esse ci sono ad esempio: regolazione degli impulsi, flessibilità cognitiva, monitoraggio del ragionamento, pianificazione, organizzazione, memoria di lavoro, inibizione e attivazione di comportamenti, attenzione e memoria.

Nello specifico, infatti esse favoriscono e sostengono l’apprendimento non solo a livello scolastico, ma in diverse aree della vita, attraverso il focus attentivo sulle informazioni, l’inibizione di quelle irrilevanti, la pianificazione e organizzazione delle attività, la memoria e il ragionamento e così via. Inoltre sono quelle funzioni che permettono di attuare un comportamento che sia idoneo al contesto di azione, favorendo l’adattamento, instaurando e mantenendo rapporti in modo più o meno abile e funzionale.

Possedere buone capacità attentive ed esecutive garantisce un efficace apprendimento in età scolare. Si evince quindi come queste funzioni possano essere deficitarie in bambini con ADHD, DSA, disprassia e disabilità cognitiva.

L’intervento prevede training specifici ed intensivi per il potenziamento attentivo ed esecutivo, combinati a trattamenti tradizionali, qualora necessari, come logopedia e neuropsicomotricità.

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